14 ottobre 2023

GIORGIO ASCARELLI: IL PRIMO E PIÚ GRANDE PRESIDENTE DEL NAPOLI

Giorgio Ascarelli
Se non conoscete la grande storia umana, tragica ed eroica ad un tempo, di uomini come Giorgio Ascarelli non potrete mai considerarvi napoletani nel vero senso della parola. Nella storia di Napoli, la grandezza di quest'uomo, per quanto la cosa possa apparirvi esagerata, è equiparabile a quella di Federico II di Svevia. Se il più grande uomo della storia (così viene definito il potentissimo imperatore medievale) insignì Napoli come capitale della cultura mondiale edificando qui, col proprio nome, la prima università laica al mondo, Giorgio Ascarelli appose nella nostra città il sigillo del primo stadio di proprietà per una società calcistica italiana, quella del suo e del nostro Napoli, sebbene l'impronta più importante che ci ha lasciato è quella di una imprenditorialità all'avanguardia che al Nord finora hanno solo millantato di avere. L'umiltà di Giorgio Ascarelli - e ciò testimonia ancor di più della sua grandezza - gli impose di non mettere il proprio nome allo stadio battezzandolo invece come Stadio Vesuvio, che tuttavia, poco tempo dopo, fu ribattezzato in suo onore come Stadio Ascarelli da un popolo napoletano capace in quell'epoca di riconoscere i propri eroi.

Se, dunque, sei un vero tifoso del Napoli, ma soprattutto un autentico napoletano, e che come tale tieni alle tue radici ed alla storia della città in cui hai avuto la fortuna di nascere, non puoi non conoscere un uomo come Giorgio Ascarelli, la cui vita rappresenta una parabola non solo della città di Napoli, in un drammatico periodo storico come quello del ventennio fascista, ma dell'intera esistenza umana nella sua più profonda tragicità.

Giorgio Ascarelli era un grande ebreo napoletano, industriale nel senso più vero e moderno del termine, tanto moderno da essere più moderno di quelli attuali. Il suo modo di fare azienda, infatti, era di stampo anglosassone, scevro di quel parassitismo statale che tanto caratterizza il malato capitalismo italiano, dove la sua più grande espressione, la Fiat, vivacchia da decenni di casse integrazioni elargite ad intervalli praticamente regolari.

Giorgio Ascarelli aveva un'altra grande virtù, quella di essere ebreo, una virtù che paradossalmente segnò tragicamente la sua esistenza postuma piuttosto che quella in vita. Dovete sapere, infatti, che il fascismo e Mussolini, ormai devoti alla bestia di satana Hitler, tanto da promuovere quell'infamia delle leggi razziali, vollero cancellare la memoria della sua esistenza arrivando finanche nei registri dell'anagrafe, dove il suo nome venne eliminato. Bisognava sradicare dalla storia il semplice fatto che egli fosse esistito, un tragico destino che venne imposto a tutti gli ebrei. Sì, per il fascismo Giorgio Ascarelli non era mai nato. Tutto di lui doveva sparire, il suo nome, le sue azioni e finanche il semplice ricordo che si aveva di lui. E proprio perché di lui niente si ricordasse, anche il suo semplice essere esistito, si decise di cambiare il nome dello stadio da lui costruito, nome che a furor di popolo gli era stato precedentemente assegnato.

Ma la Storia (e questa volta lo scrivo col maiuscolo) è più grande di qualunque infamia, e restituisce il nome e la dignità a chiunque abbia fatto del bene per la propria comunità.

Giorgio Ascarelli, il più grande presidente della Storia del Calcio Napoli.

Giuseppe Albano

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