In realtà, considerata la sempre più invadente e prepotente figura del procuratore calcistico, che coincide ormai con il feroce assetto di guerra dei più potenti studi legali, armati di ogni immaginabile pacchetto di cavilli giuridici e di una notevole forza finanziaria, non c'è niente di più necessariamente attuale di quell'idea del presidente del Napoli di mettere clausole penali, e di ogni altro tipo conosciuto, all'interno dei contratti calcistici odierni.
E' noto, infatti, come sempre più spesso questi procuratori, complici dei contratti formalizzati con troppa superficialità dalle dirigenze dei club, abbiano quasi sempre il coltello dalla parte del manico ogniqualvolta il loro assistito, nonché essi stessi, siano solleticati dall'idea di passare in altre squadre che offrono ingaggi maggiori. Essi riescono sistematicamente a trovare un modo per mettere spalle al muro le società, giustificando peraltro il loro comportamento con il fatto che la persona del calciatore debba valere più di un contratto legale, ma dimenticandosi, ovviamente, di tutte quelle volte in cui si sono visti regolarmente consegnare lo "stipendio" - e nella sua completezza - anche durante quei periodi di infortunio in cui le prestazioni in campo corrispondevano, in realtà, ad un centesimo di quell'ingaggio. No, in quel caso lo "stipendio" lo pretendono per intero e anche senza indugi, appellandosi alla sacralità del contratto stipulato, quello stesso sacro contratto che trattano, all'occorrenza (cioè a cazzi loro), come una carta per il cesso!
Altro che antiquato, dunque, il nostro De Laurentiis! Egli è una volpe e anche geneticamente evoluta, quella cioè dell'ultimo tipo, che ha saputo sviluppare nuove grandi furbizie da adottare contro quelle nuove ma meschine di questi sedicenti procuratori.
Giuseppe Albano
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