11 settembre 2023

ECCO PERCHÈ LA NAZIONALE DI CALCIO È DESTINATA A SPARIRE DALLA CIRCOLAZIONE


Ieri sera, a Campania Sport, trasmissione calcistica napoletana ideata dal giornalista Umberto Chiariello, si è dibattuto di una questione che riemerge puntualmente ogni qual volta la Nazionale di Calcio italiana si trova in difficoltà, con al centro la convinzione che la povertà strutturale dei nostri vivai calcistici sia il fulcro del problema. E così si è assistito a quella solita litania a tinte etiche sulla incapacità e non volontà di organizzare il nostro Calcio giovanile come avviene invece in un paese avanzato come gli Stati Uniti d'America (circostanza certamente vera). Questi giornalisti così profondamente etici dimenticano però, d'un colpo, nel loro lamentarsi di rose popolate da tanti stranieri e pochissimi indigeni, che sono loro i primi ad inferocirsi con i presidenti delle proprie squadre del cuore nel caso non ingaggino calciatori stranieri; e spesso si lamentano anche solo del fatto che non li abbiano ingaggiati in tempo! Questa piccola contraddizione è figlia di una contraddizione ben più grande, ovvero quella che vede, da un lato, l'antico retaggio di sentirsi appartenere ad una nazione e, dall'altro, l'essersi ormai avviati (senza regole però) verso una globalizzazione dei mercati che di quell'antico retaggio se ne frega; e se ne frega paradossalmente anche all'interno di coscienze, come quelle dei giornalisti appena citati, che, invece, quel retaggio lo portano in palmo di mano!

A parte questa contraddizione di fondo tutta europea - che non può palesarsi negli statunitensi perché gli stati che compongono la loro federazione non hanno nazionali sportive (non esiste ad esempio una nazionale di basket della California) - una contraddizione che consiste nel voler tenere in piedi un nazionalismo sportivo quando è palese che si va verso una europeizzazione che sancirà, proprio come in America, quello che già si sta consolidando nelle nostre ingenue coscienze, ovvero una supremazia delle squadre cittadine rispetto a quelle statali, è evidente anche il fatto che questi giornalisti, opinionisti e tifosi non comprendono che per realizzare quella strutturazione dei vivai, proprio come negli Stati Uniti, sarebbe necessario che la Politica in Europa si riappropriasse del primato che le spetterebbe sull'Economia e sulla Finanza, primato che ha perso da tempo, considerato che un qualunque stato europeo oggi conta politicamente meno della Deutsche Bank. Il problema è che questi giornalisti, non essendosi ancora accorti di quel processo ineludibile di europeizzazione, non possono certo accorgersi del problema che lo sta accompagnando nel suo realizzarsi.

È del tutto evidente che in un mondo dove la Politica fa da damigella alla Finanza non sia possibile, o meglio non sia conveniente, investire sui vivai dal momento che per acquisire giovani calciatori basta comodamente affacciarsi sul mercato globale, senza contare il fatto che sarebbe assurdo spendere tanto danaro e tanta pazienza per mettere su dei calciatori che poi, complice quel mercato stesso senza regole, le società potrebbero perdere d'un colpo senza un alcun ritorno economico ed umano. Negli Stati Uniti d'America, paese dove si dà molto volentieri ma altrettanto si pretende di ricevere, i giovani che vengono cresciuti dalle società sportive fino alla laurea rappresentano per le stesse e le loro città un patrimonio economico ed umano, restituendo, sotto forma di impegno umano, sportivo e civile, quelle risorse che essi hanno avuto per la loro crescita e formazione. In sostanza, negli Stati uniti d'America il giovane strutturato rappresenta una ricchezza per la realtà che lo struttura, non lo si vede svanire d'un colpo in un mercato selvaggio e senza regole.

Quella contrapposizione nazionali-squadre di club, pertanto, è una contrapposizione che nasconde una contraddizione di fondo, ovvero quella di voler mantenere un impianto nazionalistico in un contesto dove le nazioni vanno inevitabilmente a convergere verso una entità sovranazionale: l'Europa. Semmai, il vero problema è proprio la lentezza con cui si sta procedendo verso quella europeizzazione, dove la Politica, come negli Stati Uniti d'America, dovrà ritornare ad avere il primato, e dove le realtà locali (che nel loro autogestirsi riescono ad avere su di sé un ben più grande controllo rispetto a quello preteso da distanti politiche nazionali) rappresenteranno il fulcro, come nelle antiche città-stato greche, della vita sociale e politica. Senza nazionali sportive, dunque; proprio come negli Stati Uniti d'America.

Giuseppe Albano

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