03 settembre 2023

I DUE GRAVI ERRORI DI DE LAURENTIIS

In questi mesi Aurelio De Laurentiis ha commesso due gravi errori, e noi "aureliani" non dobbiamo fare finta di non averli notati, altrimenti ci comporteremmo alla stregua di quelli che sono pregiudizialmente contro di lui, mostrando di avere un atteggiamento altrettanto pregiudiziale, anche se nel nostro caso positivo.

Il primo grave errore di De Laurentiis, che in realtà è stato il primo solo cronologicamente, perché è diventato tale solo dopo aver commesso il secondo, è consistito in quel suo proclama pubblico di inizio Estate rivolto ai tifosi e al suo luogotenente Rudi Garcia secondo il quale, nella successiva stagione, il Napoli sarebbe stato capace non soltanto di rivincere lo scudetto (cosa che già di per sé è storicamente difficilissima) ma anche di essere maggiormente competitivo in Champions rispetto all'anno scorso; e questo equivaleva ad affermare di voler andare molto vicino alla vittoria della Coppa, considerati i quarti di finale raggiunti in precedenza.

Era ovvio che, sentendo quel proclama - per giunta ripetuto a più riprese -, sia i tifosi benevoli rispetto alla sua conduzione societaria (e Napolintesta rientra tra questi) sia, e a maggior ragione, quelli malevoli nei suoi confronti, che lo aspettano al varco al primo passo falso, si aspettassero una campagna acquisti che rinforzasse la squadra, intervenendo in quei pochi punti in cui essa aveva mostrato di avere delle falle.

Ci si aspettava, per andare nel concreto, che De Laurentiis sostituisse immediatamente Kim con un centrale certamente forte e già pronto per il nostro calcio, e che venisse ingaggiato un centrocampista capace di avere nei piedi una dozzina di gol su azione - uno alla Hamsik per intenderci - considerato che i nostri mediani scudettati non segnerebbero neanche sotto la minaccia di una fucilazione! È risaputo, infatti, che se non segnano Osimhen, Simeone e K'varatskhelia, il Napoli potrebbe giocare anche tre partite di seguito senza mettere il pallone in rete!

E che cosa ha fatto De Laurentiis dopo quel proclama estivo da "blitzkrieg hitleriano"?! Ha preso un centrale difensivo solo potenzialmente forte (e ciò che è "in potenza", per dirla alla Aristotele, non è detto che si trasformi poi "in atto") e non ha ingaggiato per nulla quel centrocampista alla Hamsik di cui il Napoli necessitava come il pane. Ecco, dunque, che quel pomposo proclama iniziale è diventato un grave errore alla luce degli acquisti necessari non fatti; anzi, considerata l'inerzia della società sul mercato, quel proclama lo potremmo finanche definire una farneticazione di uno in preda ad una insolazione!

Ma come si fa, io mi chiedo, conoscendo gli umori da "mestruazione" di una piazza femmina come quella di Napoli (femmina nel senso cattivo del termine, in questo caso) a fare un proclama come quello senza avere l'intenzione di spendere neanche i soldi ricevuti dalla clausola rescissoria di Kim?! Perché De Laurentiis ha rifiutato di investire quei 30/35 milioni per ingaggiare uno tra Danso e Kilman, ovvero per un centrale certamente forte e già pronto all'uso?! Ed ecco che, in questo caso, quel proclama di De Laurentiis, che "in potenza" rappresentava un errore, è diventato poi un errore "in atto". Noi tifosi del Napoli avremmo preferito, sempre aristotelicamente, che si trasformassero "in atto" le parole del Presidente sotto forma di quegli acquisti necessari di cui invece non si vede l'ombra.

Tutto ciò che ho detto non vuol dire, sia chiaro, che il Napoli non possa rivincere lo scudetto, o addirittura trionfare in Champions. Certamente, però, possiamo tranquillamente affermare che queste eventuali vittorie arriverebbero nonostante una campagna acquisti deficitaria, per non dire insensata, e non certo grazie ad essa.

Nel mio prossimo articolo spiegherò, attraverso un'analisi delle loro rose, le differenze tra le 4 contendenti al titolo, ovvero Napoli, Inter, Juventus e Milan. E si capirà, proprio alla luce di quella mia analisi, perché il Napoli, nonostante la sua insensata campagna acquisti, abbia comunque la possibilità di rivincere lo scudetto.

Giuseppe Albano

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